Artisti: le Biografie




Martino Longhi (il giovane)


LONGHI (Lunghi, Longo), Martino, il Giovane. - Nacque a Roma il 18 marzo 1602, nella casa di via Alessandrina ai Pantani.

stemma

Stemma della famiglia Longhi
Foto di Gottardo Ortelli tratta da "i Longhi, una famiglia di architetti..."(1)
Tutte le immagini in b/n di questa pagina, ove non diversamente specificato, sono tratte dal libro citato.
Tutte le foto in b/n, ove non diversamente specificato, sono di Gottardo Ortelli.

Fu figlio di Onorio Martino e nipote di Martino, detto il Vecchio, architetti lombardi che si erano affermati nella Roma papale negli anni tra la seconda metà del Cinquecento e la prima del Seicento, in quel periodo di trasformazione permeato da un gusto teso a un livello espressivo di particolare "magnificenza" nel quale si delineavano i germi e gli sviluppi dell'architettura barocca.
Ultimo esponente della parabola che abbraccia, attraverso tre generazioni, la produzione dei Longhi, Martino il giovane accolse più degli altri le nuove forme espressive.

firma

Firma di Martino Longhi il giovane

Cultore di letteratura e filosofia, nel 1639 pubblicò un Canzoniere che fu recitato all'Accademia dei Fantastici, di cui faceva parte(2).
La prima opera scritta che andò in stampa fu l'Epilogismo di architettura(3), dove espresse la sua concezione culturale relativa all'arte del costruire, fondata sull'insegnamento di Vitruvio e di B. Alberti e sulla necessità della conoscenza filosofica, a suo parere troppo trascurata dai contemporanei; egli inoltre indica come modello di riferimento insostituibile G. Della Porta.

Epilogismo

Martino Longhi il giovane, Epilogismo di architettura - 1625

Apprese le basi della professione coadiuvando il padre: nel 1619, appena diciassettenne, era già attivo nel cantiere dei Ss. Carlo e Ambrogio al Corso insieme con Onorio Martino, fino alla morte di questo avvenuta il 31 dicembre; probabilmente gli subentrò nei lavori solo a partire dal 1624.

S. Carlo al Corso

Chiesa di S. Carlo al Corso,
pianta con la soluzione della facciata di Martino il Giovane
(in Arch. di Stato, Roma)

Le sue opere sono caratterizzate da una libera interpretazione degli elementi classici.
Nel progetto per la facciata di S. Carlo al Corso, non eseguita, proponeva la realizzazione di dieci colonne libere che creavano un forte effetto chiaroscurale e di profondità visiva.

La prima opera concepita in autonomia fu il rifacimento della facciata di S. Antonio dei Portoghesi nei pressi di via della Scrofa.

S. Antonio

S. Antonio dei Portoghesi, sezione (incisione di D. De Rossi 1721)

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S. Antonio

S. Antonio dei Portoghesi. a sin: pianta a dx prospetto (incisioni di D. De Rossi 1721)

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S. Antonio

S. Antonio dei Portoghesi, coronamento della facciata

Al 15 dicembre 1629 risale la licenza dei maestri delle Strade, e poco dopo dovettero cominciare i lavori.
La mancanza di documenti relativi ai progetti del Longhi e le divergenze tra le informazioni fornite dalle guide dell'epoca non permettono di attribuirgli l'intera esecuzione della facciata, ma è certo che il progetto iniziale, da lui elaborato, fu portato a termine da C. Schor alla fine del XVII secolo, il quale apportò gli ultimi ritocchi all'apparato decorativo.
Il Longhi, in quest'opera, rimase legato al modello di facciata "a edicola", affermatosi nella Roma del secondo Cinquecento e canonizzata da Della Porta nella chiesa del Gesù.
L'intervento all'interno fu piuttosto parziale e probabilmente limitato alla sezione posta al di sopra del cornicione, comprese finestre e volte.

Scalone

Scalone di Palazzo Ruspoli, rilievo (Pugliese-Rigano)

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Scalone

Scalone di Palazzo Ruspoli

Come riporta Passeri, l'esecuzione della scala di palazzo Caetani (oggi Ruspoli) permise al Longhi di ottenere fiducia e ammirazione presso la prestigiosa famiglia: "hebbe, occasione dal Signor Cardinale Gaietano nel suo palazzo così bello nel Corso di fare la scala, per dare comodità maggiore[...] A dire il vero Martino ordinò quella scala d'una maestà regia, e la rese perfettamente adorna, comoda, vaga e luminosa, et è delle più belle scale".

Scalone

Scalone di Palazzo Ruspoli

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Scalone

Palazzo Ruspoli, portale su via Fontanella Borghese

L'indubbia capacità del Longhi si manifestò nel saper inserire il nuovo scalone in una situazione preesistente e nel riuscire a fornire il pianerottolo mediano di un consistente punto luminoso, accorgimento insolito tra le opere coeve dello stesso genere.

Lo scalone fu apprezzato per i due secoli successivi come una delle "meraviglie architettoniche di Roma", insieme con palazzo Borghese, palazzo Farnese e il portale di palazzo Sciarra.
Tale esperienza fu elaborata ulteriormente nel periodo più tardo della sua vita (1650 circa) nel cantiere di palazzo Ginnetti a Velletri, per volontà dal cardinale M. Ginnetti.

Il cardinale, che aveva intrapreso l'opera di rinnovamento del palazzo di famiglia, chiamò il Longhi proprio per realizzare una scala che, secondo le sue intenzioni, riproponesse quella di palazzo Caetani.

Palazzo Ginnetti

Veduta dello Scalone di Palazzo Ginnetti a Velletri
(Gabinetto Fotografico Nazionale)

Non essendo in questo caso costretto in uno spazio compreso tra due cortili, il Longhi realizzò una scala-torre libera nello spazio a formare un corpo autonomo che ben si integrava con il palazzo preesistente.
Il risultato finale fu un'abile integrazione tra architettura e paesaggio insieme con una perfetta ambientazione delle strutture monumentali.

Suo collaboratore fu F. Deodini, detto anche Cecchetto, abile muratore e stuccatore che collaborò con lui anche nella chiesa di S. Adriano.
Dopo i bombardamenti del gennaio 1944, del palazzo resta purtroppo soltanto uno dei portali che immettevano nel giardino, risalente al 1659.

SS. Vincenzo e Anastasio

Veduta della chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio (incisione di G. B. Falda datata 1665)

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SS. Vincenzo e Anastasio

Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio, prospetto
incisione della 'Guida di Roma' di F. De Rossi 1652

Il Longhi espresse la sua maturazione artistica in Ss. Vincenzo e Anastasio presso la fontana di Trevi, dove prende piede quella libertà dai vincoli manieristici nella graduale conquista dello spazio, concretizzata in facciata da un'opposizione dialettica tra la parete e le colonne.
L'apparato decorativo, in analogia con S. Antonio dei Portoghesi, presenta il tipico elemento delle cariatidi sorgenti da volute.

SS. Vincenzo e Anastasio

Martino Longhi il giovane, facciata SS. Vincenzo e Anastasio, 1646-50.
Foto tratta da www.pinterest.it

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SS. Vincenzo e Anastasio

Martino Longhi il giovane, SS. Vincenzo e Anastasio 1646-50, particolare.
Foto tratta da www.pinterest.it

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Fu commissionata dal cardinale G. Mazzarino, il quale, risiedendo alla corte di Francia, seguiva i lavori avvalendosi di una fitta corrispondenza con i suoi collaboratori P. Maccarani ed E. Benedetti.

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SS. Vincenzo e Anastasio

Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio, planimetrie (Arch. di Stato)

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SS. Vincenzo e Anastasio

Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio, rilievi (Pugliese-Rigano)

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SS. Vincenzo e Anastasio

Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio, veduta


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LONGHI, Martino, il Giovane
di Gianluigi Lerza - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005) https://www.treccani.it/enciclopedia/longhi-martino-il-giovane_(Dizionario-Biografico)



Note

(1) "i Longhi, una famiglia di architetti", edizioni clup - giugno 1980
(2) Poesie de' signori Accademici Fantastici di Roma, raccolte e stampate da L. Grignani, Roma 1637
(3) Bracciano 1625



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C'è una seconda pagina dedicata a Martino Longhi il giovane.

Clicca qui per visualizzare la pagina 2.

Edit e note by tasa 07-2021





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