Artisti: le Biografie




Silla Giacomo Longhi


LONGHI (Longo) Silla Giacomo.
(Negli antichi documenti lo si ritrova anche come "Silla da Viggiù", "Silla Milanese", "Silla de' Longhi" a Nonantola (MO) ecc.)
Figlio di Tommaso, nacque a Viggiù, presso Varese, molto probabilmente intorno al 1550.
Va quasi certamente smentita l'ipotesi che lo vuole nato nel 1560 circa(1), visto che nel 1567 (quando avrebbe avuto sette anni) è documentato a Bologna, dove partecipò alle decorazioni scultoree delle porte laterali della cattedrale di S. Petronio, e tra il 1568 e il 1572 era a Nonantola, dove scolpì le otto formelle che ornano le quattro facce dell'arca di S. Silvestro nell'omonima chiesa (vedi a fondo pagina - ndr).
La sua abitazione di Viggiù, registrata nello Stato delle anime del 1574, risulta occupata da una tal Orsina Pusterla, vedova di settanta anni(2).

Dalla fine del 1572 al 1617, anno della sua morte, il Longhi risulta residente a Roma, salvo che intorno al 1581, periodo in cui è documentato a Napoli, nel 1587 e nel 1591, quando soggiornò a Firenze, dove aprì temporaneamente bottega.

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Cappella Paolina, Santa Maria Maggiore (Roma) - Tomba di Paolo V Borghese
La statua del papa è di Silla Giacomo Longhi.
Foto di autore non citato tratta da commons.wikimedia.org
Al Monumento funebre di papa Paolo V Borghese lavorarono Silla Longhi (Silla da Viggiù), Ambrogio Buonvicino, Ippolito Buzzi (altro viggiutese), Pompeo Ferrucci, Stefano Maderno, Cristoforo Stati, Giovanni Antonio Paracca (Valsoldo il Giovane o Valsoldino).

A Roma possedeva due case, una in via Frattina, forse mai abitata (e spesso locata), e una con annessa bottega nei pressi di S. Biagio dei Catenari (ai Cesarini).
L'abitazione del Longhi fu il luogo in cui si riunivano i viggiutesi presenti a Roma che afferivano alla Congregazione del Ss. Corpus Domini di Viggiù, nella quale egli ricoprì la carica di sottopriore dal 1598 al 1601.

Nel 1578 entrò a far parte della prestigiosa Accademia dei Virtuosi al Pantheon (insieme con i conterranei Martino Longhi il Vecchio e Nicolò Longhi); tra il 1596 e il 1605 fu membro dell'università dei marmorari; e dal 1597 fu ufficialmente ammesso nella Compagnia dei Ss. Quattro Coronati, nella quale fu eletto sindaco nel 1598 e camerlengo nel 1599.

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Silla Giacomo Longhi: statua di Paolo V.
Cappella Paolina, Santa Maria Maggiore (Roma) - Tomba di Paolo V Borghese
Foto di autore non citato tratta da it.wikipedia.org

Sicuramente fu membro dell'Accademia di S. Luca dal settembre 1608, data in cui risulta tassato dell'annuale quota da versare per gli scultori operanti in città(3); ma benché i documenti dell'Accademia non menzionino il Longhi prima del 1608, non è improbabile un suo ingresso nell'Accademia già negli anni precedenti.

Non si hanno notizie sulla sua formazione in patria o altrove, ma è possibile ipotizzare che al suo arrivo a Roma gravitasse attorno all'architetto e scultore lombardo Giacomo Della Porta. Infatti uno dei suoi primi impegni fu la collaborazione con questo per l'esecuzione della fontana di piazza del Pantheon, ideata da Della Porta nel 1575.
Dello stesso anno è il Tritone per la fontana di piazza del Popolo (ora in piazza Nicosia).

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Silla Giacomo Longhi: statua di Paolo V, altra angolazione.
Cappella Paolina, Santa Maria Maggiore (Roma) - Tomba di Paolo V Borghese
Foto dei f.lli Alinari tratta da catalogo.fondazionezeri.unibo.it

Scarse sono le notizie sull'attività del Longhi nell'ottavo e nono decennio del Cinquecento; certo è che dovette far parte della cospicua schiera di scultori (tra i quali P.P. Olivieri, F. Vacca, G.B. Della Porta) al servizio delle imprese sistine e dei quali è spesso difficile discernere le mani.

Nel 1595 scolpì per gli Altemps due Angeli (oggi acefali e mal conservati) che sostengono l'arma di Clemente VIII, posti sulla facciata dell'ingresso della loro vigna fuori porta del Popolo (dal 1927 è la facciata del palazzo della Tesoreria del Comune di Roma in Campidoglio); per la stessa famiglia realizzò il Busto di Marco Sittico Altemps, posto a coronamento del camino monumentale nella sala grande del palazzo Altemps, oltre ad alcune figure "all'antica" per ornamento di una fontana.

Angelo

Silla Giacomo Longhi: Angelo posto nella Chiesa del SS. Nome di Gesù all'Argentina.
scultura, post 1605 - ante 1619 Foto di autore non citato tratta da catalogo.beniculturali.it

Risale al 1598 una quietanza del Longhi all'Arciconfraternita dei convalescenti e pellegrini per non meglio precisati lavori eseguiti in collaborazione con il fonditore Giacomo Lorenziano(4).

All'inizio del Seicento gli giunsero importanti incarichi pubblici: la statua e il rilievo dell'Aronne e uno dei nove Angeli per l'altare del Ss. Sacramento nel transetto di S. Giovanni in Laterano (1601);
la statua del Cardinale Michele Bonelli per la tomba in S. Maria sopra Minerva, su progetto di Giacomo Della Porta (1604);
un Angelo per la cappella Vettori (o degli Angeli) nella chiesa del Gesù;
le statue di Clemente VIII e Paolo V per la cappella Paolina in S. Maria Maggiore (1608-12).
Per queste ultime, non particolarmente apprezzate dal pontefice che le trovava mal proporzionate e poco rassomiglianti, fu previsto un intervento di rifacimento delle teste affidato a N. Cordier, che però non fu mai portato a termine per la sopraggiunta morte, nel 1612, dello scultore(5).

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Silla Giacomo Longhi: Tomba del Cardinale Michele Bonelli
detto "Cardinal Alessandrino" nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva, Roma
al centro l'effige del cardinale, a sinistra La Prudenza e a destra la Religione (tutte del Longhi).
Foto di autore non citato tratta da commons.wikimedia.org

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Silla Giacomo Longhi: statua di Paolo V.
Cappella Paolina, Santa Maria Maggiore (Roma) - Tomba di Clemente VIII Aldobrandini
Foto di autore non citato tratta da it.wikipedia.org

Analogamente ad altri scultori, il Longhi svolse perizie tecniche sui lavori altrui, come dimostra la stima che firmò nel 1600 per la cappella Caetani in S. Pudenziana.

All'attività scultorea del Longhi a Napoli, scarsamente documentata, sono attribuiti la Tomba di Caterina Orsini nella chiesa di S. Caterina a Formiello e il Monumento Villani nella cappella di S. Antonino da Firenze in S. Pietro Martire.
Quest'ultimo viene riferito al 1602 circa; la data sarebbe perciò in contrasto con la presenza del Longhi in città, ipotizzata nell'anno 1581, salvo pensare a un successivo invio del materiale da Roma.

Tra le opere erroneamente assegnate al Longhi sono le romane S. Brigida a S. Paolo fuori le Mura, che Baglione gli attribuì nelle Vite, ma che restituì a Stefano Maderno nelle Nove chiese, e S. Gregorio e S. Silvia al Celio, attribuite al Longhi dal conte de Caylus nel suo viaggio in Italia del 1714-15, ma che si sa invece essere di N. Cordier.

Il Longhi affiancò alla professione di scultore quella di restauratore di opere antiche che, insieme con quella di mercante, sembra essere stata la sua attività maggiormente perseguita, anche perché, con ogni probabilità, più remunerativa: per il restauro dei Dioscuri in Campidoglio percepì 1618,95 scudi(6).

seneca_morente

Silla Giacomo Longhi: Seneca morente (opera restaurata dal Longhi).
Museo del Louvre (dipartimento di archeologia greca, etrusca e romana), Parigi.
già a Roma nella Collezione Borghese
Foto di sailko tratta da it.wikipedia.org
Interessante la storia di questa statua. Vedi nota (7).

Nel 1572 restaurò per il cardinale Ippolito d'Este una Minerva (Venturi);
nel periodo fiorentino (1587, 1591) eseguì restauri per la famiglia de' Medici:
in particolare intervenne sull'Ercole e Nesso,
su una Venere,
su una Venere con amorino,
su un Esculapio,
su un Paride,
u un Ercole in lotta con un centauro
(alcune di queste opere sono andate perdute, altre sono tra la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze).


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LONGHI, Silla Giacomo
di Margherita Fratarcangeli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005) https://www.treccani.it/enciclopedia/silla-giacomo-longhi_(Dizionario-Biografico)



Note

(1) (Strinati, p. 421)
(2) (Cassani et al., p. 81)
(3) (Roma, Arch. stor. dell'Accademia di S. Luca, vol. 42, c. 37v)
(4) (Bertolotti, II, p. 112)
(5) (le due teste rimasero nella sua bottega: Pressouyre, pp. 429 s.)
(6) (Pecchiai, p. 61)
(7)
Il nome dato al personaggio Seneca morente, è frutto di artata elaborazione per attirare collezionisti.
Non si conosce la data esatta del suo rinvenimento e il luogo è forse quello tra gli Horti Lamiani e gli Horti di Mecenate.
Fu trovato privo di testa e di piedi e probabilmente rappresentava un pescatore africano.
Il bacile di breccia e il riadattamento di una testa ellenistica dall’aspetto da intellettuale furono opera dello scultore Silla Giacomo Longhi, per volontà degli Altemps che la vendettero a Paolo V, appassionato del filosofo.
Non si sa se per truffarlo o farlo contento. :-)



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