6. Il Mal stare di Viggiù - doc. 1




Il primo documento è una lettera che il Presidente ed i Maestri delle Regie Ducali entrate ordinarie (e per loro firma Johannes Jacobus Zuchellus) inviano il 19 febbraio 1610 al Governatore dello stato di Milano Pedro Enriquez de Açevedo, conte di Fuentes.

Il 4 ed il 5 settembre del 1609 una tremenda grandinata seguita dal vento aveva distrutto i tre quarti del raccolto.
Fu un danno enorme che costrinse i viggiutesi a rivolgersi il 9 settembre al Governatore affinché a titolo di indennizzo venissero ridotti i carichi (le imposte).
Il governatore incaricò il magistrato ordinario di inviare lettera al Podestà di Varese affinché mandasse sul posto i sindaci del ducato per verificare il danno subito dalla comunità viggiutese.
Il 3 ottobre 1609 il luogotenente del Podestà inviò al magistrato ordinario la relazione della visita dalla quale, fra l'altro, risulta:

  • a) Il territorio di Viggiù è formato da campagna, prati, vigne, selve e monti, ed ogni anno in media si ricavavano:
    • 250/300 moggia di grani grossi (frumento - segale - avena)
    • 150 moggia di grani minuti (miglio-panico ecc.)
    • 1000 fasci di legna (un fascio = Kg. 76,25)
    • 6000/7000 brente di vino (una brenta = litri 75,55)
    • 1200 moggia di castagne bianche (un moggio = litri 146,234)
    • 100 moggia di noci
  • b) A causa della tempesta vennero distrutti i tre quarti del raccolto.

Dopo questa relazione il Presidente ed i Maestri suggerirono al Governatore col documento che riportiamo di fare "remissione" alla Comunità del "mensuale" e dei carichi straordinari relativi all'anno 1609.
In sostanza proponevano di bonificare tutte le imposte del 1609, sia quelle dovute alla Regia Camera (mensuale) che quelle dovute al ducato (carichi straordinari).

Dall'annotazione sul retro del documento veniamo a conoscenza che il suggerimento fu accolto, infatti vi si legge:
1610, adì 3 di Marzo
Letta, e facciasi conforme al parere del Magistrato Castelli

Riportiamo il primo documento.

"All'Ill.mo et Ecc.mo Sig. il Sig. Don Pietro Enriquez de Açevedo, Conte di Fontes, del Con.o di Stato di sua Maestà, suo Cap.o Generale et Governator dello stato di Milano, signor nostro osservantissimo

1610. 19 febbraio

Viggiú Comunità Pieve
di Arcisate, per tempesta

Ill.mo et Ecc.mo Signore

Gli Agenti della comunità di Vigiù della pieve di Arcisate di questo Ducato ne presentarno alli mesi passati un memoriale prima sporto a V. E. con il decreto d'ordine suo fatto alli 9 di settembre 1609 passato, del tenore che segue, cioè

Ill.mo et Ecc.mo Signore

Piacque a Nostro Signore nella notte venendo il giorno di giovedl alli 4 dil presente mese di settembre, et anco nel medemo giorno di giovedl alla matina, castigare con il flagello della tempesta li fidi servitori di V. E. li poveri huomini dil luoco di Vigiù pieve di Arcisate che quasi sono restati privi de tutti li frutti che si ritrovavano nel loro territorio, et particularmente delle uve che sono il maggior nervo de frutti et facoltà loro, et quali poveri huomini se non sono aiutati della solita bontà et clemenza de V. E. in farli restauro dille loro gravezze sl ordinarie come straordinarie del anno presente per causa dil detto danno patito per detta tempesta sarano sforzati abandonare la loro patria lasciando i loro beni inculti, et andarsene in altra parte acciò non morino di fame miserabilmente.
Perciò essi huomini fano humilmente ricorso da quella supplicandola resti servita farli grazia di ordinar all'Ill.mo Magistrato ordinario che quanto prima faccia visitare detto territorio tempestato dil luoco di Vigiù, et pigliare le debite informationi sopra le cose esposte, et proveda alla indennità de detti supplicanti con il restauro de dette gravezze conforme al danno patito. Il che si spera. Decretò 1609, a IX di settembre il Magistrato ordinario essendo la Comunità supplicante in caso di restauro faccia visitare conforme al solito, et riferisca col suo parere. - Signato Longonus.

Per essecutione dil quale, scrivessimo lettere die 11 settembre sudetto al Podestà di Varese, di effetto che chiamati i Sindaci dil Ducato dil cui interesse si tratta nella sudetta causa si transferisse sopra 'il territorio dil detto luoco di Vigiù, et con gli occhi proprij visitasse tutti i beni campestri di esso, et per essame de testimoni, ancora si informasse della verità dil danno causato dalla tempesta nelli frutti de detti beni che si dovevano racogliere l'anno sudetto 1609, et se la quantità dil detto danno, havuta consideratione alli frutti già racolti et che si potevano ancora racogliere nel medemo anno, eccedeva la mità della comune cavata de tutti li frutti dil detto territorio, di che tutto ce ne facesse compita relatione, con mandarne anco copia dil detto essame de testimony et la nota distinta della qualità et perticato de detti beni conforme in tutto alli ordini delli Illustrissimi Signori Governatori passati di questo stato stabiliti in materia de simili visite, copia de quali gli mandassimo acciò li esseguisse osservando puntualmente le diligenze in essi annotate con dirne anco il suo parere circa la quantità dil danno che haverebbe giudicato essere seguito nelli detti frutti per causa di detta tempesta; In absenza dil quale havendo il luog.te suo esseguito detta delegatione ci ha rifferito il tutto con sua lettera di tre di ottobre prossimo passato, et mandato la depositione de quattro testimony essaminati sopra il sudetto danno.

Dalla quale relatione et testimony essaminati appare che il sudetto territorio consiste in campagna, prati, vigne, selve et monti, et essere solito pradure circa duecentocinquanta o trecento moggia di grano grosso et centocinquanta di grano minuto, mille fassi di fieno tra il 1º e et 2º; brente circa sei sette mille di vino, milletrecento moggia di castagne bianche et cento moggia di noce, ma che per la tempesta seguita con venti nel sopradetto territorio alli 5 dil sudetto mese di settembre non era per raccogliersi nel detto anno delle trenta parti l'una dil vino, la vigessima parte delle castagne, et dil fieno 2º non era per cavarsi cosa alcuna, come sarebbe la vigessima parte, et il medemo dil grano minuto, et delle noci la quarta parte, s1 che consistendo il maggior nervo della intrata dil detto territorio nel vino et castagne, concludono detto relatore et testimony che il danno suddetto dato dalle dette tempeste sii stato nelle tre parti delle quattro di tutta la cavata dil detto territorio havuta consideratione a ogni qualità et quantità de frutti di esso. Essendosi mandate tutte dette scritture a uno delli Regy fiscali acciò le vedesse et opponesse quello gli fosse soccorso per servicio della Regia Camera ha detto quello che segue.

Tam ex visitatione facta de territorio loci de quo agitur quam ex depositionibus quattuor testium qui fuerunt examinati super damno sequnto in bonis illius territory ob tempestates die quinti septembris proxim posterit ex quibus apparet damnum fuisse ultra dimidiam fiscus quo ad medietatem onerum extraordinariorum presentis anni se remittit. Torniellus

Hor havendo uno de questori visto diligentemente il tutto et rifferito nel tribunale per esseguire compitamente l'ordine datoci da V. E. le dicemmo che stando il sudetto danno patito per la sudetta comunità di Vigiù nelli frutti dil suo territorio per causa de dette tempeste in assai più della mità della comune cavata d'essi che si doveva fare nel detto anno passato 1609. Il parer nostro è che la sudetta comunità di Vigiù sii in caso di meritar che se gli faccia remissione della mità dil suo debito dil mensuale et altre gravezze straordinarie dil medemo anno 1609 la quale remissione haverà da cedere conforme al solito a danno della Regia Camera per conto dil detto mensuale et a danno dil Ducato per le altre gravezze straordinarie, et la importanza di detta remissione conforme alla fede essibitaci firmata dal cassero dil Commissario Generale dil detto Ducato al conto fatto dal Ragionato della Regia Camera ascente alle summe infrascritte et caso che detta Comunità di Vigiù si *trovasse havere pagato tutto o parte delle dette summe in modo che detta remissione non potesse haver luoco nel sudetto anno 1609 se gli babbi da compensare detta mità sopra li suoi debiti dil detto mensuale et altre gravezze straordinarie del anno presente 1610 acciò non resti priva dil beneficio dil detto ristoro si rimettiamo non di meno al prudentissimo giudicio di V. E. la cui Illustrissima persona N. S. longamente conservi con acrescimento di stato in Milano alli 19 di febbraro MDCX

Vigiù per la mità del suo debito dil mensuale del anno 1609 passato chesono 359. 2.--
Per li 3/8 delli duoi perticati imposti per suplimento dil detto mensuale 96.13.1,5
Per il tasso della cavalleria la mità 241. 6.--
Per la egualanza la mità 361. 6.4-
Per li 5/8 delli duoi perticati imposti per suplimento dil detto tasso la mità 161. 1.10,5

Di V. Ecc. Dev. Servitori Il Presidente et Maestri delle Regie
Ducali entrate ordinarie dil Stato di Milano
Johannes Jacobus Zuchellus."


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