L'industria del granito




Le destinazioni prese dagli scalpellini della Valceresio


La prima ondata di immigranti coincise con un periodo di forte espansione economica, che seguì alla sanguinosa guerra civile americana (1861-65).

Le attività locali si ampliarono fino a coprire i mercati nazionali, nel settore edile crebbero le costruzioni di palazzi, ponti e porti, aumentò l'offerta di lavoro, in particolare negli Stati settentrionali, dove anche la dinamica salariale ebbe a far dimenticare ogni trascorso bellico.

Il lavoro nell'industria della pietra si allineò a tale trend crescente, aumentò la domanda di mano d'opera, e ogni cosa fece ingrossare il numero dei Nostri emigranti.
Le maggiori richieste provenivano dalle grandi città, come New York, dove spuntarono numerosi laboratori per la produzione di manufatti semplici o elaborati, specialmente in marmo.
Mentre l'impiego del granito, anche di quello più duro, prese piede nei più diversi lavori edili e nella produzione di monumenti.

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manifesto pubblicitario di Barre nel Vermont - "Capitale mondiale del granito"
immagine tratta da "Barre Vermont: il granite center of the world e l'emigrazione italiana"
del prof. Carlo Brusa in 'Lombardia Nord Ovest' del 1/1993

Gli immigranti si raggrupparono principalmente nei centri d'estrazione di tale materiale per lavorare nelle cave e nei laboratori, non abbandonando, però, del tutto quelli cittadini.
Seguirono i flussi più importanti della migrazione italiana negli Stati Uniti, concentrandosi nei centri del granito del New England, tralasciando, per esempio, quelli della Georgia e del Midwest.
È ancora un mistero perché essi gravitarono su questi centri piuttosto che su quelli in cui vi erano cave di marmo (troviamo, infatti, pochi cognomi di origine nostrana nei paesi del marmo come per esempio a Proctor nel Vermont).
Perché, poi, non andarono nelle cave di pietra calcarea dell'Indiana o in quelle di "pietra rossa e marrone" del Connecticut e del New Jersey?

Un'ipotesi credibile è che i Nostri si recarono principalmente laddove poterono più proficuamente trarre vantaggio dalle loro abilità e qualità professionali, ovvero nei pressi delle cave, in capannoni per dar forma ai blocchi di granito estratti o tutt'al più vicino ai cimiteri urbani, in laboratori, per trasformarli in monumenti funerari.

Il già citato Brown Book of Credit of Marble and Granite Firms, offre un'ampia scenario dell'industria del granito e del marmo negli Stati Uniti.
Ogni stato è passato al setaccio, ogni impresa, sia all'ingrosso sia al dettaglio, è identificata.
Di ciascuna viene stimata la produzione.
Cave, capannoni, botteghe e laboratori, ogni sorta di attività è elencata.
Il tutto proprio nel momento in cui l'immigrazione dalla Valceresio raggiungeva l'apice.
Le imprese attive nell'estrazione e lavorazione del granito, escludendo quei laboratori, peraltro numerosi, che erano aperti nelle grandi città essenzialmente a servizio dei cimiteri, si possono così quantificare:

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tabella 1, Num. laboratori e cave località per località

Dal censimento del 1900 si scopre invece il numero degli scalpellini dal tipico cognome della Valceresio che risiedettero in quelle località.

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tabella 2, Valceresini nelle singole località

Confrontando le due tavole si nota come i Nostri sono presenti in molti dei maggiori "centri del granito" tra il 1900 ed il 1910.

D'altra parte luoghi importanti, come De Kalb County in Georgia, Stearnes County nel Minnesota e Rocklin in California, non sembrano averli attratti.
Il motivo, probabilmente, potrebbe essere la lontananza dalle maggiori mete dell'immigrazione italiana e forse anche il fatto che in queste località l'industria legata alla produzione di monumenti non era rilevante.
Altri centri come Hardwick e South Ryegate nel Vermont e Fitzwilliam, nel New Hampshire, con un granito di ottima qualità, ideale per i monumenti, crebbero d'importanza solo dal primo decennio del Novecento con l'avvento della meccanizzazione che intensificò lo sfruttamento.

Dal censimento del 1910 ad Hardwick, però, non risultano immigrati dalla Valceresio, così come a Fitzwilliam, dove invece giunsero numerosi immigrati italiani provenienti, in buona parte, dalla Valle Cervo, a Nord di Biella in Piemonte.
A questo punto si possono individuare i fattori che probabilmente indussero gli scalpellini a prediligere i centri del granito ricordati.

In primo luogo preferirono dirigersi laddove già erano presenti altri immigrati italiani, quindi in città come New York e regioni come il New England, evitando, pertanto, il Sud e la parte centrale degli Stati Uniti.
Poi, scelsero quei centri in cui la lavorazione del granito stava subendo una rapida espansione e dove, di conseguenza, c'era bisogno di nuova manodopera, evitando così di scontrarsi con i lavoratori locali.
Da ultimo, la tendenza a privilegiare quei centri dove era estratto il granito di migliore qualità, che meglio s'adattava all'uso scultoreo e ornamentale, rispetto a quello di media-bassa qualità che si soleva adoperare in edilizia.

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Cava di Barre (Vermont), primo novecento.
Foto di autore non indicato tratta dal libro "PicaSass". Vedi nota 1

Nei primi anni dell'Ottocento furono alcuni centri del Massachusetts (come Quincy e altre cittadine della costa) e del Maine che, sfruttando la loro vicinanza alle acque dell'oceano per il trasporto della pietra, svilupparono una fiorente industria del granito, utilizzato per costruire edifici pubblici e privati, per dotare di banchine il porto di Boston e di altre città costiere e per pavimentare viali e strade.
Il granito continuò a essere impiegato prevalentemente nell'edilizia, infatti, come ricorda lo studioso Nelson Dale "prima del 1860, era usato occasionalmente come pietra da monumento e soltanto dopo il 1880 tale impiego conobbe un'effettiva crescita".

In quella crescita un ruolo importante lo ebbe la ferrovia che allungandosi raggiunse anche i centri del retroterra, ricchi di un granito dalla qualità superiore, i quali surclassarono quelli costieri e finirono per conquistare la leadership del mercato.

Il censimento del 1880 ci mostra come fossero pochi gli scalpellini della Valceresio presenti nelle località estrattive del New England, in particolare ad Hurricane Island nel Maine e a Westerly nel Rhode Island.
Ciò in quanto i centri attivi prima del 1880 per i propri bisogni di manodopera attinsero dalla forza lavoro locale e dai primi gruppi di immigrati, segnatamente da quelli irlandesi, scozzesi, inglesi e tedeschi.
Dato che gli italiani iniziarono a giungervi in forze nel penultimo decennio del XIX secolo se ne può dedurre che le opportunità offerte dalla nascente industria della pietra, specialmente in quella del granito, ebbero a crescere dopo il 1880.

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tabella 3, anno attivazione cave nelle singole località

Tale percezione trova conferma analizzando due dei molti centri: Quincy nel Massachutes, che fin dalla costruzione del Bunker Hill Monument, avvenuta nel 1825, fu per lungo tempo la capitale dell'industria del granito degli Stati Uniti, e Barre nel Vermont, che le rubò col passare del tempo il titolo, dove le presenza di numerosi scalpellini provenienti dalla Valceresio fiorì solamente dopo che le sue cave poterono essere raggiunte dalla strada ferrata [1888].

Inoltre il tipo di granito cavato nei diversi centri giocò un importante ruolo nella fenomenologia d'insediamento degli scalpellini.
Viene facile infatti supporre che i Nostri, al fine di sfruttare al meglio le proprie abilità, scelsero di lavorare laddove prevaleva la realizzazione di sculture piuttosto che la ripetitiva squadratura di blocchi per l'edilizia.
Anche questo corrobora le precedenti conclusioni: Barre preferita a Quincy.
Ed è ancora una volta Dale a rendere noto che: "Il migliore granito per scultura si trovava a Westerly nel Rhode Island e nelle circostanti località del Connecticut, a Fitzwilliam, Troy e Milford nel New Hampshire, a Hallowell nel Maine, a Barre e Woodbury nel Vermont"

I Nostri erano presenti in tutti questi centri, sebbene in maniera minore a Fitzwilliam e Troy, dove lavoravano prevalentemente i biellesi.
Passando in rassegna le altre località: si cavava granito di un certo pregio a Becket nel Massachusetts, Concord nel New Hampshire, Jay e Frankfort nel Maine e a Ryegate nel Vermont; di qualità inferiore a Quincy e Milford nel Massachusetts, Hurricane Island nel Maine, ma in tutte era sempre e comunque usato nell'arte monumentale.
Sembrerebbe, pertanto, che l'unico centro nel quale non si dedicarono alla realizzazione di siffatti monumenti fosse Conway nel New Hampshire, e qualcuno non mancò di aggiungere che pure a Milford erano prodotti principalmente blocchi da costruzione, teorie in parte confutate dalla presenza dei Nostri.

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La cava di granito a Conway, nel New Hampshire, ai primi del '900
(collezione M. Marzoli, Induno Olona).
foto tratta dal già citato "Quando in Valceresio si emigrava". Vedi nota 2

Prima si è ricordato come le destinazioni mutavano in relazione all'evolversi dell'industria della pietra.
In quella del granito, che conobbe un vasto sviluppo, i lavoratori dovettero assoggettarsi alle repentine trasformazioni, adattarsi alle locali consuetudini di lavoro e contrattuali, non per questo mancarono gli scioperi.
I censimenti statunitensi, per via della loro cadenza decennale, forniscono una periodica istantanea dei modelli d'insediamento, sebbene la distruzione di quello del 1890 abbia creato un vuoto, purtroppo, proprio agli inizi dei flussi migratori.

Da quello del 1880 si rileva che la maggior parte degli immigrati risiedeva nella città di New York, e che solo un manipolo abbia incominciato a lavorare a Westerly nel Rhode Island e a Hurricane Island nel Maine.

In quello del 1900 risulta che il maggior numero è ormai concentrato nei paesi del granito del New England, in particolare a Barre nel Vermont dove è censita la più importante colonia dei Nostri.
Il vuoto ricordato si è potuto in parte colmare con la disamina degli annuari cittadini e dei documenti di naturalizzazione, anche se onestamente tali "diversivi" non permettono di raggiungere quell'ampia panoramica fornita dai censimenti.

Fino al 1906, comunque, almeno trecentoventi persone dal tipico cognome ottennero la nazionalità americana e più precisamente:

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tabella 4, n. valceresini che acquisirono la cittadinanza americana.

Da ciò risulta che Hurricane Island e Westerly furono i centri più importanti per l'immigrazione avvenuta prima del 1890; che Quincy attrasse diversi immigrati, ma per un breve periodo e prima che Barre diventasse la meta preferita.

Un caso interessante è dato da Hallowell nel Maine che sembra aver offerto lavoro a un certo numero di immigrati nell'ultimo decennio dell'Ottocento, ma dove poi non si ritrova più uno scalpellino della Valceresio.
D'altra parte già dal 1880 numerose domande furono accolte dagli enti governativi della città di New York.

Questi documenti affiancati a quelli del censimento del 1880, permettono di individuare almeno due flussi migratori:

  • uno prima del 1885, che convogliò il maggior numero dei primi immigrati nelle grandi città come New York, infatti pochi furono quelli che si avventurarono nei centri del New England, sebbene in quel lasso di tempo già aveva incominciato a svilupparsi la produzione di monumenti in granito;
  • l'altro, successivo al 1885, in cui la massa degli immigrati si diresse senza indugio nel New England, dando principio alle prime comunità.



Note

(1)
"PICASASS:
Storia del mestiere e degli uomini che hanno fatto la storia di Viggiù"
a cura di Gottardo Ortelli
con testi di Beppe Galli, Gianpiero Gattoni, Giovanni Radice
Macchione Editore - Varese, 1995.

(2)
Le immagini che accompagnano il testo, ove non altrimenti dichiarato, sono state tratte dall'opuscolo
"Quando in Valceresio si emigrava",
catalogo della mostra omonima tenutasi dal 28/4 al 11/5 1990
presso la sede della Comunità Montana della Valceresio
a cura del prof. Carlo Brusa
della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Milano.




- Testo Pubblicato per la prima volta su ViR il 07-2001 -
- Aggiornato a novembre 2021 by tasa -




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