Storia di Viggiù - 4. A Roma! (1500-1550)




Viggiutesi a Roma


Vere colonie di artieri viggiutesi erano a Roma nel periodo dal 1500 alla metà circa del 1600.
Già fin dal secolo XIV, risulta che la famiglia Longhi (come da iscrizioni esistite nella Chiesa di S. Ambrogio di quella città) aveva già dei suoi figli nella Capitale della Cristianità, che andava in quei secoli innalzando e creando ciò che di più grande, di più eccelso, di più meraviglioso hanno saputo ideare i genìi immortali dell'arte.

Il lavoro straordinario di maestose costruzioni - palazzi e chiese - in quell'epoca gloriosa, colà riboccante dei più insigni maestri in ogni arte, la nomina e la fortuna che già s’erano conquistati i primi nostri compaesani accorsi, unito al fascino irresistibile emanante dall’Urbe induceva gli artieri - certo chiamati anche dagli altri già pervenuti - ad andarvi, col miraggio della ricchezza, e del maggior perfezionamento nell’arte.

E lavori pregevoli -senza contare diverse grandi opere d’arte architettonica- lasciarono i viggiutesi nell’Eterna Città; chiese e palazzi recano tuttora ricordi dei nostri scultori lapicidi e mosaicisti. Bisogna tener presente che: "lapicida, seu sculptor a foliaminibus", voleva dire scultore di ornamentazione, laddove sculptor era quegli che più particolarmente lavorava di figura.
Tuttavia moltissimi di quelli che si dichiaravano "lapicidae o piccadores lapidum" erano eminenti scultori, Mantegazza, l’Amadeo Agostino Busti, Giuseppe e Guglielmo Della Porta negli atti notarili della Certosa e negli atti del Duomo di Milano sono per lo più nominati semplicemente "lapicidae o piccadores lapidum".

Furono i Longhi, i Butti gli Argenti, i Giudici che iniziarono la fama del "paese degli artisti". E' noto che in quell’epoca gli scultori, uniti agli scalpellini; erano organizzati in Compagnie o Confraternite sotto il Patrocinio dei Santi "Quattro Coronati". La Compagnia di Roma aveva la sua sede nella Chiesa dedicata a quei Santi e sulla porta che mette nell’oratorio vi è l'iscrizione:

"Statuariorum et Lapieidarum Corpus anno,
Addì 12 maggio 1598 in Roma.
S'è fatta la Congregatione della Venerabile Compagnia del S. Corpus Domini de Vigiù qui in Roma nel locho solito in casa di M. Silla Longho et
nella ditta Congregatione si ritrovò, il priore N. Arminio de Judici
et M. Silla Longho et M. Antonio Argento, sottopriori.
Gabriele Butio Camerlengho,
Infermieri: Francisco Butio di Quatrino,
Oficiali: Vincencio Bianchi, M. Antonio de Jacini, Berrnardo Massoni
et de li altri fatti : M. Flaminio Poncia, M. Stefano Longho, M. Ipoolìto Butìo,
M. Bernardino Galli, M. Stefano Mutoni, M. Tullio De Judici,
M. Francesco Butio De Riolo, M. Ercole Judici de Polla,
M. Stefano Longho figlio di M. Ercole, M. Antonio de Judici del Bruneto
et nella dita congregatione fu leta una letera mandata a noi Fratti in Roma
scritta soto il dì 12 Aprile 1598, et tuti si sono contentati della eletione
del R.R. Fra Gìacomo Butio de l' ordine di S. Domenicho
che lori hanno eletto per nostro Capelano"




Testo tratto da "Viggiù nella Storia e nell'Arte" di Francesco Caravatti (agosto 1925)
pubblicato la prima volta su ViR nel giugno 1997
riedito e aggiornato nella veste grafica: luglio 2021
Edit by TaSa



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