Primi immigrati a...
I nostri nel Bronx
Nel 1865 fu aperto il Woodlawn Cemetery, posto alla periferia di New York, nell'attuale distretto del Bronx, costruito sul modello della "città della morte" allora in voga nella lontana Europa, e che per estensione era il secondo cimitero della metropoli, dopo il Greenwood aperto a Brooklin.
Nel 1880 dodici scalpellini viggiutesi lavoravano nei laboratori siti nella 223rd Street giusto fuori dai cancelli del cimitero.
Tra i proprietari vi figuravano anche degli italiani; tra loro un certo Peter Celi, il cui cognome lo indica come non nativo della Valceresio, al contrario di un Felice Malnati.
Di quest'ultimo e della moglie resta nel cimitero una memoria, incisa su di una lapide in gran parte nascosta dall'edera.
Tra i primi, con cognome dei Nostri, a mettervi piede fu un Luigi Bianchi, forse proveniente da Piamo Superiore, frazione di Bisuschio.
Tale sospetto sorge in quanto si sa che un Luigi Calderara, giunto a New York nel 1872 dal Mulino di Sopra della Bevera di Viggiù, era nipote di un Luigi Bianchi, nato nel 1841 proprio a Piamo Superiore, e se il Bianchi del Woodlawn Cemetery fosse effettivamente suo zio, questo spiegherebbe come il Calderara avesse potuto, diciassettenne, emigrare oltreoceano e trovare lavoro.
Il Calderara, più tardi, divenne "padrone", in pratica gestiva il mercato della manodopera, procacciando ai nuovi immigrati, dietro pagamento di una commissione, lavoro in quei laboratori.
Addirittura quando per lui giunse il tempo di prendere moglie convinse suo cognato Elia Rizzi, il quale era intenzionato a lasciare Marsiglia, dove lavorava, per New York, a portare seco Caterina Marchesi; per quel singolare "trasporto" gli avrebbe abbonato la sua solita commissione.
Con Elia giunse tutta la sua famiglia.
Dopo di che a New York City, arrivò una sorella di Luigi, Gilda, accompagnata dal marito Carlo Arioli, sarto, di Besano.
Infine a quella "congrega" nel 1890 si aggregò Rocco fratello maggiore di Caterina.
.Membri della 'Società Operaia di Mutuo Soccorso'
di Barre (Vermont) agli inizi del '900
(collezione Carlo Brusa -Va-)
foto tratta dal già citato "Quando in Valceresio si emigrava". Vedi nota 1
Nel Bronx però il cuore del nucleo dei Nostri sembra, tuttavia, essere costituito dai componenti di due famiglie: Bottinelli e Catella.
Cesare Bottinelli arrivò con sua moglie Clara nel 1875, raggiunto in seguito dal fratello Basilio: la loro madre era una Catella.
E dietro loro la schiera si allargò.
Sbarcarono: nel 1886 Antonio Augustoni di Viggiù, raggiunto due anni dopo dalla moglie Ottavia Bottinelli; nel 1889 Ariberto Catella; nel 1891 Federico Golmine di Saltrio con la moglie Erminia Catella.
L'Augustoni lavorò per il Woodlawn Cemetery; Ariberto divenne proprietario di un laboratorio della 223rd Street; mentre la maggior parte degli altri sembra abbia trovato occupazione principalmente in laboratori privati, pur non mancando di effettuare, saltuariamente e in proprio, dei lavori in città.
Di Elia Rizzi, per esempio, si conoscono alcuni suoi interventi nei portali della St. Patrik's Cathedral, in alcune sculture che ornano Central Park e il Bronx Zoo; infine dalla punta del suo scalpello uscì l'epigrafe che si trova sulla statua di Cristoforo Colombo in Columbus Circle.
Altri lasciarono tracce, invece, nei registri della locale chiesa cattolica di St. Marys, in particolare vi appaiono più volte come padrini di battesimo.
Sotto l'anno 1888 è annotato il matrimonio di Maria Malnati e Cesare Comolli, che al termine della loro felice unione, trovarono, ovviamente, insieme eterno riposo nel Woodlawn Cemetery.
Non solo questa coppia ma tante altre soggiornarono per il resto della loro vita nel Bronx.
Tra i sopra ricordati sembrerebbe che il solo Rocco Marchesi lasciasse la strada vecchia per... le nuove opportunità di lavoro che si stavano aprendo nel New England, abbandonando New York per Barre.
I contatti con i paesi nativi non furono mai troncati.
Luigi Calderara dopo aver fatto giungere tutti i suoi familiari in America - sua madre fu scandalizzata nel costatare che i nipoti non erano ancora stati battezzati - rimasto vedovo, Caterina morì nel 1906, tornò a Viggiù per prendere una seconda moglie.
Uno dei più "nostalgici" del proprio paese fu lo scultore, scapolo, Santino Bottinelli che andò, "avanti e indietro", parecchie volte per l'oceano.
Nel Bronx transitò e temporaneamente sostò una moltitudine di altri lavoratori che ahimè! non lasciò alcuna traccia nei censimenti o nei registri ecclesiastici.
Numerosi immigrati italiani giunsero a Manhattam, diversi con cognomi che subito fanno pensare alla Valceresio, ma siccome nessuno di loro operò nel mondo dell'arte lapidea, una notizia sicura circa la loro provenienza è al momento impossibile dare.
Tuttavia vi era un "Hotel Abbiati", diretto dai fratellì Giuseppe e Costantino Abbiati, dove trovarono pensione tanti dei Nostri.
L'hotel dal 1886 era al 97 di Thompons Street, nell'attuale Greenwich Village, dal 1900, lo si trova al 74 di MacDougal Street.
In questo periodo Giuseppe appare sovente come testimone in atti dove sono coinvolti scalpellini della Valceresio.
Infine si trovano tracce di un altro Albinola, Emilio, commerciante, naturalizzato e cittadino di New York.
Note
(1)
Le immagini che accompagnano il testo, ove non altrimenti dichiarato, sono state tratte dall'opuscolo
"Quando in Valceresio si emigrava",
catalogo della mostra omonima tenutasi dal 28/4 al 11/5 1990
presso la sede della Comunità Montana della Valceresio
a cura del prof. Carlo Brusa
della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Milano.
- Testo Pubblicato per la prima volta su ViR il 07-2001 -
- Aggiornato a novembre 2021 by tasa -
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