Artisti: le Biografie
Giosuè Argenti
ARGENTI, Giosuè. - Figlio di Marcantonio, scultore e fratello maggiore (alcuni autori dicono 'zio' - ndr) di Antonio, anch'egli scultore, nacque a Viggiù il 7 febbraio 1819;
studiò scultura all'Accademia di Brera nell'ambiente neoclassico rappresentato da Pompeo Marchesi, Abbondio Sangiorgio, Luigi Sabatelli e Benedetto Cacciatori, ma fu particolarmente sensibile alle ricerche di Luigi Bartolini, interpretandone, il purismo come esteriore ricerca di grazia.
Giosuè Argenti - autoritratto
Foto di Francesco Rizzi
Anche l'esempio dello Hayez valse a fargli preferire sempre più temi romantici, nei quali sfoggiare il virtuosismo tecnico appreso fin dall'infanzia dagli artigiani del marmo di Viggiù, fra i quali si distinguevano diversi membri della sua stessa famiglia.
Nel 1850 ebbe una borsa di studio per perfezionarsi a Roma, dove si trattenne sei anni.
Nel frattempo cominciò ad esporre con considerevole successo.
Alla Galleria d'Arte Moderna di Milano si conservano i gessi dell'Episodio della distruzione di Gerusalemme (1850) e Zenobia tratta dal fiume Arazze (1852) che gli fecero ottenere la borsa di studio e che documentano la sua interpretazione del tardo neoclassicismo; ivi si trova pure il busto dell'Immacolata, esempio fra i più caratteristici della degenerazione degli stilismi puristi in mero virtuosismo, posto al servizio di temi esibizionisticamente edificanti.
Giosuè Argenti - Zenobia tratta dal fiume Arasse, 1852, gesso,
Deposito Accademia di Brera, 1902
Foto di © Marilena Anzani / Aconerre
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Giosuè Argenti - Zenobia tratta dal fiume Arasse, 1852, particolare,
Deposito Accademia di Brera, 1902
Foto di © Marilena Anzani / Aconerre
Oltre a numerosi busti (la Modestia, ecc.), rientrano nello stesso ordine di esercitazioni le numerose versioni della Martire cristiana e del Sogno dell'Innocenza (ibidem), che procacciarono i maggiori successi all'Autore; quest'ultima statua infatti, premiata all'Esposizione internazionale di Parigi nel 1867, gli valse un periodo di notorietà in tutto il mondo.
Espose a Monaco nel '69, e di nuovo nell'89, a Vienna nel '73 ed ebbe numerose ordinazioni, specialmente di monumenti funebri, anche dall'America; ma già all'Esposizione di Parigi del '78 la sua opera veniva genericamente biasimata fra le tante esibizioni di vana abilità tecnica.
Solo dagli scrittori locali continuò a essere celebrato al di sopra dello stesso Vela.
Fra le sue opere più impegnative restano il monumento al Vescovo Novasconi nel duomo di Cremona e il gruppo La Salute nella villa Mylius a Loveno sul lago di Como.
In gran parte sono perduti i monumenti che eseguì per il Cimitero monumentale di Milano.
Fu socio onorario dell'Accademia di Belle Arti di Brera, di quella di Urbino, dell'Istituto d'arte di Napoli.
Ebbe fra i suoi allievi Leonardo Bistolfi, che però presto passò alla scuola del Tabacchi.
Morì a Viggiù il 29 novembre 1901.
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Testo di Renata Cipriani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)
https://www.treccani.it/enciclopedia/giosue-argenti_(Dizionario-Biografico)
Giosuè Argenti -2-
Di altro spessore (rispetto a Carlo Romano di cui si parla precedentemente nel saggio ndr) è la personalità di Giosuè Argenti, che fu uno dei protagonisti del maturo romanticismo scultoreo lombardo, incarnatosi nella cosiddetta "Scuola di Milano".
Argenti, la cui vicenda artistica ancora non è stata sufficientemente indagata, nacque nel 1819 a Viggiù, dove morì nel 1901.
Compì i suoi studi a Milano, all'Accademia di Brera, seguendo i corsi di arte plastica del conterraneo Pompeo Marchesi.
Come il maestro, vinse un pensionato di studio a Roma, dove soggiornò dal 1856 al 1862.
Fu l'occasione per conoscere dal vivo la scultura classica, che influenzò i suoi modi giovanili, già caratterizzati da una robusta compostezza e da una pacata attenzione al dato reale: ne sono testimonianza due lavori, attualmente patrimonio dei Civici Musei di Milano, cui furono concessi in deposito dall'Accademia di Brera nel 1902.
Si tratta di un bassorilievo in gesso dal titolo Episodio della distruzione di Gerusalemme, il saggio presentato dall'Argenti nel 1850 per il Pensionato governativo, e il bel gruppo in gesso Zenobia tratta dal fiume Arasse, scolpito invece nel 1852, sempre come saggio per il Pensionato.
Giosuè Argenti - San Giovannino
Le sue sculture, caratterizzate da un disegno puro, da una elegante compostezza, ma non prive di una loro palpitante vitalità, cominciano da quel momento ad ottenere successi e riscontri: basti pensare che - come testimonia il registro delle vendite delle opere esposte alle annuali rassegne dell'Accademia - ben sette delle sue opere presentate in mostra a Milano tra il 1854 e il 1866 risultano vendute:
- il busto del San Giovanni Battista, nel 1854 (per lire 450);
- Una martire cristiana, nel 1855 (per lire 3000), anche se una scultura dal medesimo titolo compare ancora nel catalogo dell'Esposizione del 1859, fatto che fa supporre che l'autore, dopo averla venduta, possa averne realizzata una replica;
- il busto de La penitente, nel 1856 (per lire 550);
- Una bagnante, nel 1858 (per lire 3600);
- La modestia, nel 1859 (per lire 220), che andò al marchese Alfonso Litta Modignani e di cui una replica fu esposta a Brera nel 1872 e un'ulteriore versione, realizzata nel 1880, venne commissionata all'artista dal signor Riebeck di Halle per farne poi dono al Museo di Lipsia;
- Erminia, nel 1865 (per lire 1500);
- infine il busto La Speranza, nel 1866 (per lire 550).
Giosuè Argenti - La modestia, 1859, particolare,
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Giosuè Argenti - La modestia, 1859 |
Giosuè Argenti - La modestia, 1859, part. |
Argenti riscosse successo anche in occasione di mostre internazionali, a Dublino, Parigi, Monaco di Baviera e Vienna.
In particolare, l'opera Il sonno dell'innocenza, tra le sue prove più riuscite e meglio accolte da critica e pubblico, venne premiata all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1867 e fu tanto apprezzata che venne acquistata dal re.
Anche in questo caso, per altro, una replica della scultura fu presentata nuovamente a Brera nel 1872, indicata in catalogo come di "proprietà di Miss E.W. Butterfield di Bradford".
Giosuè Argenti - Il sonno dell'innocenza, 1861 - 1864, gesso
dono Antonio Argenti, 1910 - Deposito Accademia di Brera
Foto di Giancarlo Mauri tratto da lenonrecensioni.blogspot.com
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Giosuè Argenti - Il sonno dell'innocenza, 1861 - 1864, gesso, part.
Foto di © Marilena Anzani / Aconerre
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Giosuè Argenti - Il sonno dell'innocenza, particolare
Foto di Giancarlo Mauri tratto da lenonrecensioni.blogspot.com
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Giosuè Argenti - Il sonno dell'innocenza, retro
Foto di Giancarlo Mauri tratto da lenonrecensioni.blogspot.com
Fu molto intensa l'attività dell'Argenti anche in merito a importanti commissioni pubbliche e private, tra cui i lavori nel Duomo di Milano per il quale eseguì nel 1855 il Sant'Aquilino,
nel 1857 la Santa Valtrude e
nel corso degli anni Sessanta Santa Agnese,
Santa Maddalena penitente,
Santa Eufemia,
Santa Elisabetta d'Ungheria e
Santo Stefano d'Ungheria.
È da collocarsi tra il 1870 e il 1871 (diversamente da come indicato in alcune fonti bibliografiche) la realizzazione della statua del Vescovo Novasconi per il Duomo di Cremona, una delle opere più felici dell'artista.
Ne è testimonianza una lettera ad essa relativa, datata 6 marzo 1871, in cui la Commissione promotrice del monumento dice di trovarsi "nel più stretto dovere di manifestarle egregio signor Cavaliere, la maggiore soddisfazione per detto pregevolissimo lavoro e la più sentita gratitudine".
Ad ulteriore conferma della datazione, ricordiamo che la notizia viene riportata anche nella sezione di scultura in Appendice al catalogo dell'Esposizione di Brera del 1871.
Giosuè Argenti - Magdalena
Foto tratta da www.pinterest.it
Merita menzione anche il busto di Francesco Hayez, che l'artista eseguì nel 1880, ordinato dal conte Stefano Stampa, e originariamente destinato alla Pinacoteca dell'Accademia di Brera.
Numerose pure le sculture cimiteriali che l'artista realizzò, in molti casi purtroppo andate distrutte.
Le fonti dell'epoca citano, al Monumentale di Milano, oltre alle sculture per la celebre edicola Keller di Maciachini (1875),
il monumento per la famiglia Castelli (1871),
quello per i conti Barbiano di Belgioioso (1873) e
il monumento alla memoria di Carlo Magnaghi (1874).
Da ricordare anche, tra le sepolture realizzate in cimiteri di altre città:
- il medaglione in marmo per il bersagliere Pagliari nel cimitero di Stagno Lombardo (Cremona) realizzato nel 1871;
- il ritratto di Ruggero Manna nel cimitero di Cremona (1874);
- il busto per il monumento Camburi nel cimitero di Candia e
- il busto di Carlo Binda al cimitero di Monza del 1880.
Giosuè Argenti - L'Immacolata, 1865
Foto di Paolobon140 tratta da it.m.wikipedia.org
La fama, il successo e i numerosi impegni professionali tennero l'Argenti lontano dalla terra natìa, dove pure tornava a "passare il periodo estivo", secondo le parole del Piatti, e dove trascorse gli ultimi anni di vita.
Purtroppo però non vi ha lasciato significative testimonianze della sua opera, tranne due sculture destinate alla sua tomba nel cimitero vecchio di Viggiù, un Angelo orante e un gagliardo Autoritratto, ora al Museo degli artisti viggiutesi dell'Ottocento.
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Arch. Carlo Maciachini: Edicola Keller, Cimitero Monumentale di Milano
La statua in primo piano, "La Protezione" è opera di Giosuè Argenti
Foto di autore non citato tratta da monumentale.comune.milano.it
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Giosuè Argenti - "La Protezione" - part. foto precedente
Foto di autore non citato tratta da monumentale.comune.milano.it
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Testo di Cristina Casero - Università degli Studi di Parma
tratto da Storia dell'arte a Varese e nel suo territorio
Progetto diretto e coordinato da Maria Luisa Gatti Perer
Capitolo XXXIV
Viggiù terra di scultori.
Enrico Butti e altre personalità di rilievo nella seconda metà dell'Ottocento
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Alcune delle foto di questa pagina sono state tratte da siti di aste d'arte italiani e stranieri.
Edit by tasa 06-2021
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