Artisti: le Biografie
Enrico Butti - pagina 3
Figlio di Bernardo, intagliatore, e di Anna Maria Giudici, nacque a Viggiù il 3 aprile 1847, da una famiglia di artigiani che per tradizione si dedicavano alla lavorazione del marmo.
Il Butti si recò a Milano a 14 anni per frequentare l'Accademia di Brera ove seguì i corsi dello scultore P. Magni.
Enrico Butti da giovane
Foto di autore ignoto tratta da commons.wikimedia.org.
Per le disagiate condizioni economiche della famiglia doveva contemporaneamente lavorare come traduttore in marmo delle opere di altri artisti, quali Francesco Barzaghi, Ugo Zannoni e lo stesso Magni.
Questa attività faticosa e anonima lo portò a grande dimestichezza con il marmo, potenziando la naturale destrezza tecnica che già s'era rivelata negli anni precedenti e che presto impose all'attenzione le sue prime opere accettate in pubbliche esposizioni:
un Raffaello Sanzio adolescente, esposto alla Mostra nazionale del 1872, e
la Eleonora d'Este che si reca a trovare T. Tasso in carcere, esposta a Brera nel 1874 ed ora a Leningrado(1).
Enrico Butti: Elefante
Foto di autore non citato tratta dal sito d'aste ponteonline.com - Vedi nota (2)
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Enrico Butti: Elefante, part. della firma
Vedi nota (2)
Erano gli anni della scapigliatura lombarda ma le ricerche del Grandi, del Cremona o del Ranzoni non sembrano toccare i suoi primi lavori - alle opere citate seguirono Caino (presentato invano ad un concorso Canonica), Le smorfie, Stizze, Il gerletto, S.Gerolamo (tutti del 1875), Il mio garzone e una S. Rosa per il duomo (1876), nei quali, è invece molto sensibile il gusto per l'aneddoto, per la scena di genere, nonché per il sentimentalismo romantico.
Ma dalle sdolcinature e dalle minuzie di queste prime opere il Butti si liberò presto, quando fu attratto da una plastica più essenziale, sobria, e dalla tematica sociale e patriottica, verso cui lo spinse, oltre che l'esempio dei napoletani (del D'Orsi, soprattutto, ben noto a Milano), anche quello del conterraneo V. Vela, al quale rimandano l'energia, la gagliardia eroica e il romantico populismo delle migliori tra le opere da lui create dalla fine dell'ottavo decennio del secolo: dall'Angelo per il monumento sepolcrale Cavi Bussi(3) al Minatore (che fu esposto a Brera nel 1888 e che ottenne l'anno dopo il Gran premio a Parigi), al Guerriero, modellato nel 1900 per il monumento celebrativo a Legnano.
Enrico Butti: Busto di Cesare Todeschini, bronzo - post 1896
Foto di autore non citato tratta da lombardiabeniculturali.it - Vedi nota (4)
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Enrico Butti: Donna con arpa, bronzo
Foto di autore non citato tratta da fashionintown.it - Vedi nota (5)
Di questo periodo, il più felice della sua attività, sono anche il Monumento al generale Sirtori nei giardini pubblici di Milano(6) e alcune tombe nel Cimitero monumentale milanese: della famiglia Borghi (Il Tempo, 1884), della famiglia Galbiati (Fratres sumus, 1885).
Spesso troppo appesantiti dal simbolismo saranno i monumenti sepolcrali posteriori come le tombe Macchi (1906) e Besenzanica (Il lavoro o L'aratura, 1912).
Moltissimi sono i monumenti celebrativi creati dal Butti:
oltre ai già citati, si ricordano quello a Verdi (1913) a Milano e
quello ai Caduti di Viggiù (1919).
È inoltre suo l'altorilievo raffigurante L'Unità nel timpano del Vittoriano verso i Fori imperiali.
Enrico Butti: Smorfie, marmo [Vedi nota (7)]
Foto di autore non citato tratta da lotsearch.net
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Enrico Butti: Il vanitoso, bronzo [Vedi nota (7)]
Foto di autore non citato tratta dal sito d'aste artnet.com
con questa striminzita descrizione: Enrico Butti, Il vanitoso - bronze - Size: 97.5 cm. (38.4 in.)
Nel 1893 il Butti fu nominato professore di scultura all'Accademia di Brera, dove insegnò fino al 1913, quando si ritirò nel paese nativo, nella villa che ora raccoglie gessi e bozzetti delle sue opere.
Negli ultimi anni della sua vita, ormai definitivamente lontano dalle vicende artistiche, quasi un sopravvissuto, non abbandonò la scultura (nel 1924 modellò le statue per il Monumento ai caduti di Gallarate e nel 1925 eseguì il Monumento ai caduti di Varese) e si dedicò anche alla pittura dipingendo con colori vivaci un certo numero di tele, di carattere descrittivo e naturalistico (tra esse: Caino, Laude mattutina, Su la Verna, Autoritratto, L'incendio, Sul mare a Bordighera, tutte conservate nella gipsoteca di Viggiù).
Enrico Butti in una foto poco tempo prima della morte
Foto di autore ignoto tratta da galleriarecta.it.
Il Butti morì a Viggiù il 21 gennaio 1932.
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BUTTI, Enrico
di Luciano Caramel - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 15 (1972)
https://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-butti_(Dizionario-Biografico)
Note
(1)
cfr. Ill. ital., 20 sett. 1874, pp. 152, 155
(2)
Nell'asta su ponteonline.com le foto venivano accompagnate dai seguenti dati:
Lotto n° 116 - Asta 476 - Enrico Butti
"L' elefante" scultura in bronzo (cm 17x24) Firmata alla base
Valutazione € 900/1.000 - Aggiudicato € 1.100
In asta: 30 Giugno 2020 ore 10:30
(3)
premiato a Brera nel 1879: cfr. C. Romussi, in Emporio pittoresco, XVI [1879], II, p. 193;
nel 1883 vinse il premio Principe Umberto: cfr. Illustr. ital., 17 apr. 1881, pp. 241, 247
(4)
Busto di Cesare Todeschini, bronzo - post 1896
da lombardiabeniculturali.it.
La scheda di Cristina Casero (compilata nel 2002) contiene interessanti annotazioni su Todeschini e sull'opera del Butti:
"Nel busto del Todeschini, che appartiene alla piena maturità dell'artista, il Butti dimostra di aver abbandonato le forme levigate e vagamente accademiche della sua prima formazione e di aver raggiunto modi f più sciolti, di alta valenza pittorica... Si veda con quanta sensibilità la forma non conclusa si offre alla luce che si insinua libera nelle pieghe del volto o nella massa appena sbozzata dei favoriti, rivelando particolari gustosi come il pince-nez appeso alla giacca."
(5)
Interessante la storia di questa scultura. Nell'articolo di Sonia Rondini pubblicato su "Fashion in town" il 4 Marzo 2017 si parla dell'asta su Catawiki del lussuoso Yacht di Lucio Dalla (morto nel 2012) con tutto il suo contenuto.
La statua in oggetto faceva parte dell'arredo dello yacht.
Si dice che Dalla avesse personalmente diretto le varie fasi della costruzione e scelto l'arredo della sua barca.
(6)
cfr. V. Grubicy, in Cronaca d'arte, 19 giugno 1892
(7)
Le due statue messe all'asta su siti diversi con nomi diversi (Smorfie - Il vanitoso) sono descritte in una scheda del
catalogo.beniculturali.it come "scherzo infantile/ smorfiosa gaiezza" un marmo del 1877.
Purtroppo la scheda non è corredata da foto ma la descrizione testuale non lascia dubbi:
Bambino sorridente, in posizione stante, con lo sguardo rivolto verso destra.
Con la mano sinistra si regge il cappello che ha in capo, mentre con la mano destra regge il frammento di un'oggetto con manico.
A terra, tra le gambe divaricate, si trova un giocattolo con ruote.
Nella scheda si legge anche:
"L'opera è databile intorno al 1877, quando fu esposta alla mostra di Brera, dove fu acquistata dalla stessa Accademia, che nel 1902 l'ha concessa in deposito alla Galleria." [Villa Belgiojoso Bonaparte - Galleria d'Arte Moderna/ Museo dell'Ottocento]
La scheda di cui sopra è disponibile al download cliccando sul link
Non sappiamo se le due statue in asta siano copie originali del Butti o copie posteriori.
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- Edit by TaSa 10-2021 -

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