Artisti: le Biografie




Enrico Butti - pagina 2


Tratteggiare una biografia dello scultore dopo tanti che mi hanno preceduto, tra cui grandi scrittori, giornalisti, artisti e valenti critici d'arte, è cosa ardua.
Sceglierò da essi le indicazioni che mi sono apparse più vicine al suo modo di vivere.

Enrico Butti di Bernardo e Anna Maria Giudici nacque a Viggiù il 3 aprile 1847.

ritratto

Enrico Butti da giovane
Foto tratta da blogspot.com. Vedi nota (1)

Dal padre e dagli artigiani viggiutesi apprese i primi insegnamenti che
"avendo il padre venduto certi mascheroni e altri lavori del figliolo gli regalò quattro lire
Egli senza dir motto partì per Milano.
Ivi giunto la sera alle 11 i questurini lo raccolsero piangente sui gradini di San Sempliciano dove si era accasciato non essendo riuscito a trovare la bottega del suo compaesano a cui il padre lo aveva indirizzato
"(2).

Entrò quattordicenne come garzone ornatista nella bottega del milanese G. B. Bosi e Franco Pelitti e dice l'Ongaro in appunti inediti:
"il bisogno di vivere e di far vivere il padre cronico e la madre lo forzava al crudo lavoro esecutivo di guadagno e malgrado egli dopo gli studi dell'ornato alla scuola degli operai, frequentasse le classi artistiche del Brera (che potè faticosamente e a prezzo di sacrifici superare poiché non tutto il suo tempo poteva dedicare alle lezioni dovendone fare buona riserva al bisogno del pane).
L'ambiente dove viveva era sempre quello marmistico, artigiano e per di peggio impoverito dalla concezione di un manierismo esecutivo accettato anche dagli artisti del momento secondo cui il virtuosismo dello scalpello e il tormento in minuscole cianfrusaglie esecutive era il meglio del sapere scultoreo.
"(3)

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Enrico Butti: San Girolamo
Foto di autore non citato tratta da catalogo.beniculturali.it
(dal link si può scaricare la scheda dell'opera)

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Enrico Butti: Sant'Agostino
Foto di autore non citato tratta da catalogo.beniculturali.it
(dal link si può scaricare la scheda dell'opera)

Fu uno dei fondatori della "Famiglia Artistica" firmatario, con Bignami, della circolare del luglio del 1872 che portò all'inizio delle attività dell'associazione col primo gennaio 1873.
Partecipò attivamente alla "scapigliatura milanese" e fu attivo organizzatore della famosa "indisposizione artistica" voluta dalla famiglia artistica nel 1881 in opposizione critica alla prima Mostra Nazionale di Milano.

Ed ecco come l'Ongaro scrive della sua formazione artistica
"In questa atmosfera egli, alunno di Brera alle classi inferiore di arte, tentò, per la sua smaniosa aspirazione di fare di suo alcune opere.
Ma quando, ammesso a studiare alla sala delle statue, egli si trovò tra i calchi dei capolavori antichi in cui scorse tosto l'antitesi assoluta tra i pensamenti del suo momento la austera severità semplificatrice ebbe la sua crisi e infranti i modelli del Falconiere di Agiatezza Perduta, visse nell'ambito del pensiero e nei modi di espressione di grandiosità dignitosa degli antichi da cui poi mai si allontanò.
Il suo "Caino" è, più che la superata deplorata "Eleonora d'Este", il punto critico del suo sentire.
Avrà nel sangue i disgustosi pensamenti marmistici da cui voleva, sentiva di dover, purgarsi e aveva forse ancora non del tutto assimilato la visione di come l'arte vera e grande doveva comprendersi.
Aveva nel non titubante, ma non ancora lucido, pensiero il senso di Schiller che ammirava perché lo scuoteva.
Aveva bevuto con religiosa avidità le lezioni di anatomia e il "Caino" rendeva tutto ciò, compendiava concretato con la inesperienza del novizio che tenta e con la fremente ansia di chi prepara un saggio scolastico.
Ben fece la commissione del premio canonica del 1878 ad assegnargli il premio e ben fece il consiglio disdicendolo e non assegnando premi ad alcuno.
Ambedue i consessi avevano ragioni a iosa: la commissione giudicando l'opera dello scolaro ardente e audace, il consiglio giudicando secondo i canoni di un'arte severissima.
Ma chi studi le opere immediatamente seguenti dell'artista (che però dovrà ancora lavorare da artigiano per altri e fu solo a 33 anni che poté rinunciare al guadagno come finitore presso vari scultori quali il Barzaghi e lo stesso suo maestro d'accademia il Magni) trovano tosto nel "Caino" il seme fecondo, il germe di poderose affermazioni da tutti acclamate
"(3).


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Enrico Butti: Ritratto femminile
Foto di autore non citato tratta dalla casa d'aste maisonbibelot.com - Vedi nota (4)

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Ritratto femminile, altra angolazione
Foto di autore non citato tratta dalla casa d'aste maisonbibelot.com - Vedi nota (4)

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Enrico Butti: Ritratto femminile, particolare della firma
Foto di autore non citato tratta dalla casa d'aste maisonbibelot.com - Vedi nota (4)

Al periodo della sua crisi artistica coincise una grande malattia che lo tenne tra vita e morte.
Ripresosi con l'esperienza delle lunghe meditazioni, prese il volo.
Dice il Caramel: "Attratto da una plastica più essenziale, sobria e dalla tematica sociale e patriottica verso cui lo spinse l'esempio del napoletano D'Orsi e quello del conterraneo Vincenzo Vela, compagno d'accademia.
Inizia con l'ottavo decennio del secolo il periodo delle sue opere migliori.
"(5)

Dal 1880, morto lo zio paterno Stefano, per la sopravvenuta eredità, per un certo numero di anni ebbe i mezzi per superare le difficoltà dell'esistenza che si dedicò alla modellazione del vero, alla plasmatura del nudo alla composizione.
Alcuni suoi lavori non uscirono mai da suo studio in via Monte Bello.
Distruggeva senza paura, senza pentimento, con eroismo prima di raggiungere l'espressione definitiva.

Fu l'unico artista a conseguire per tre volte il primo premio "Principe Umberto" alle triennali di Brera
– nel 1879 con l'Angelo dell'Evocazione
– nel 1897 con il Guerriero di Legnano
– nel 1906 con la Tregua Violata

Il "Minatore", una delle sue opere più significative:
– nel 1888 fu esposto a Brera
– nel 1889 ebbe il "Gran Prix" all'esposizione mondiale di Parigi
– nel 1893 fu premiato a Budapest
– nel 1894 fu premiato a Vienna

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Enrico Butti: Minatore con lanterna
Ispirato al più celebre "Minatore"
Foto di A. Savin tratta da en.wikipedia.org - Vedi nota (6)

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Enrico Butti: Altro Minatore con lanterna - 1904
Cartolina d'epoca (Germania) di autore non citato
tratta da commons.wikimedia.org - Vedi nota (7)

Nel marzo del 1893 fu nominato professore di scultura a Brera, succedendo al Barzaghi, e tenne cattedra a tutto il 1913.
In quel periodo fu a capo di molte commissioni artistiche.

Negli ultimi anni di insegnamento, colto da bronchite cronica, si ritirò al paese nativo e sul pianoro di San Martino, che vide svettare il Guerriero di Legnano, nel 1897 eresse la sua casa e il suo laboratorio da cui usciranno, tra gli altri, l'Aratura, il monumento a Giuseppe Verdi e quelli dei caduti di Viggiù, Gallarate e Varese.

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Enrico Butti: Monumento ai caduti di Viggiù
Foto di Andrea Basilico tratta da catalogo.beniculturali.it
(dal link si può scaricare la scheda dell'opera)

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Enrico Butti: Monumento ai caduti di Viggiù, part.
Foto di Andrea Basilico tratta da catalogo.beniculturali.it
(dal link si può scaricare la scheda dell'opera)

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Enrico Butti: Monumento ai caduti di Viggiù, altra angolazione
Foto di Andrea Basilico tratta da catalogo.beniculturali.it
(dal link si può scaricare la scheda dell'opera)

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Enrico Butti: Monumento ai caduti di Viggiù, altra angolazione
Foto di Andrea Basilico tratta da catalogo.beniculturali.it
(dal link si può scaricare la scheda dell'opera)

Rimasto vedovo nel 1892, dal 1906, gli fu compagna Virginia Sevesi, una sua ex modella di Brera, ma la situazione irregolare influì, col tempo, negativamente sulla loro unione.

Negli ultimi anni di sua vita creò la sua gipsoteca e si dedicò, dal 1927, a 80 anni, alla pittura dipingendo con colori vivaci diverse tele di carattere descrittivo e naturalistico.
La sagra artistica del 1927 in suo onore fu una ovazione unanime e la morte che lo colse 84enne a Viggiù il 21 gennaio 1932 non fu morte ma apoteosi.
La mostra artistica dei suoi allievi, del 1938, a Viggiù attorno alle sue opere, testimoniò la fede nei suoi insegnamenti che l'aleggiare costante del suo spirito.


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testo di GiBi Franzi - tratto da:
http://lnx.franzi-franzi.it/cosa-sono-i-quaderni-viggiutesi/il-casato-butti/



Note

(1)
Sotto l'immagine questa scritta:
"Eccolo il giovane Enrico Butti, a lui è intitolato il piazzale della Stazione [di Legnano, ndr] e direi, tutto meritato."

(2)
da Cronaca Prealpina Illustrata del 2 ottobre 1927.

(3)
Prof. Ongaro in appunti inediti.

(4)
Lotto 48 - Enrico Butti (1847-1932)
Ritratto femminile - busto in marmo, firmato, alcuni difetti - h cm 46
Valutazione: € 800,00 / 1.000,00 - invenduto

(5)
Vedi la biografia del Caramel pubblicata su questo stesso sito (link in basso)

(6)
Minatore con lanterna, cimitero di Düsseldorf
Nordfriedhof, Düsseldorf, NRW. Bergmann mit Laterne. Bildhauer: Enrico Butti.

(7)
Düsseldorf, Grabmal Familie von Gahlen (Bildhauer E. Butti, Mailand)
Description English: Grave of family von Gahlen, by Enrico Butti, Milano
Date 1904 - Source AIV, Düsseldorf u. seine Bauten, D'dorf 1904
Author Unknown author - Permission (Reusing this file) - public domain




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